Progetto KOMBOLELA: un aiuto per i minori disagiati
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- Pubblicato in Notizie Campogalliano
Nell'Unione delle Terre d'Argine, il crescente numero di episodi di devianza giovanile e di comportamenti antisociali commessi da gruppi di adolescenti e giovani adulti ha generato una discussione diffusa sul fenomeno delle cosiddette "baby-gang". Tuttavia, tale definizione risulta impropria poiché non riflette le caratteristiche di tali gruppi né la tipologia degli atti commessi. Ciononostante, è innegabile che i casi di devianza coinvolgano sempre più giovani, evidenziando un'allarmante tendenza all'aumento.
Il progetto denominato Kombolela, parola malgascia che significa “Tana”nel gioco del “nascondino, prevede di contrastare i fenomeni di devianza giovanile, attraverso l’affiancamento di un educatore professionale, e la proposta di percorsi personalizzati che prevedono l’empowerment delle capacità del ragazzo, coinvolgendo la famiglia e le reti educanti a partire dalla scuola fino alle associazioni sportive e di volontariato. Finanziato con 90.000 euro dall’Unione Terre d’Argine, di concerto con il Centro per le Famiglie e i Servizi Sociali, coinvolge diverse organizzazioni del Terzo Settore, tra cui “Eortè” (capofila), “Effatà”, “Porta Aperta”, “Il mantello”, “Aneser” e Anspi di zona, la cooperativa sociale Giravolta, il Centro servizi per il volontariato “Terre Estensi”, il rugby Carpi e il Centro culturale “Francesco Luigi Ferrari”.
Le segnalazioni dei minori in difficoltà vengono effettuate da diverse fonti, tra cui il servizio sociale, l’Autorità giudiziaria, associazioni, comunità sportive, scuole, insegnanti e gli stessi genitori. Un gruppo di valutazione, composto da referenti dei soggetti partecipanti, si riunisce regolarmente per analizzare le segnalazioni pervenute ed avviare percorsi di intervento, completamente gratuiti, per le famiglie dei minori coinvolti.
Il progetto è rivolto ai minori dai 13 ai 17 anni, con un identikit che riflette una diversità culturale e comportamentale: il 50% italiani e il 50% stranieri, principalmente maschi con tendenze aggressive o comportamenti illeciti.
In un contesto di comunità accogliente, è essenziale che i ragazzi e le famiglie investano tempo e risorse personali, anche se in modo minimo ma attivo. L’obiettivo è far riallacciare legami sociali ai ragazzi presi in carico, senza colpevolizzarli: non è sufficiente biasimare i comportamenti devianti derivanti dal disagio giovanile, ma è necessario agire concretamente per offrire supporto e opportunità ai ragazzi coinvolti. I ragazzi devono sentirsi accolti, ma allo stesso tempo devono essere consapevoli della necessità di assumersi responsabilità ed essere in grado di valorizzare le proprie qualità in attività concrete di tempo libero e lavorativo.
Nel corso del 2023 sono state 42 le segnalazioni pervenute che hanno riguardato prevalentemente minori di sesso maschile (36) e 6 di sesso femminile. Il 51% dei casi segnalati sono di origine straniera e 49% quelle di origine italiana. Sono stati attivati progetti educativi per 26 ragazzi/e segnalati di cui 17 terminati, 2 sono stati sospesi, di un caso non si hanno più notizie, 1 caso è ancora in valutazione e 4 sono tutt’ora in corso. Un caso è stato indirizzato ad altro progetto.
Kombolela ha quindi un tasso di attivazione di progetti pari al 62% dei casi segnalati e tali progetti riguardano il rafforzamento scolastico , l’inserimento lavorativo, l’avvio a pratiche sportive e di tempo libero.
“Anche rispetto ai recenti fatti di cronaca“ - spiega Tamara Calzolari - ”pensiamo che la soluzione sia passare dal biasimo per i comportamenti devianti ad azioni per modificarli che abbiano una costanza nel tempo. Questo progetto mira a recuperare, ad un comportamento corretto, i ragazzi che nella maggioranza dei casi vengono da famiglie fragili che hanno bisogno di essere affiancate nel loro ruolo di riferimento genitoriale. La co-progettazione con i soggetti che si occupano dell'educazione dei ragazzi nel nostro territorio vuole fornire ai ragazzi una possibilità concreta per esprimere il meglio di sé ed essere cittadini attivi ed inclusi nella comunità, proponendo modelli positivi con continuità.”
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