Addio a Don Franco

Lunedì 1 gennaio è venuto a mancare don Franco Nicolini, Cappellano di Sua Santità e canonico della concattedrale di Nonantola. La liturgia funebre si svolgerà il 3 gennaio alle 9 a Campogalliano, presieduta dall'arcivescovo don Erio Castellucci. Don Franco era nato nel 1931 ed era stato ordinato sacerdote nel giugno 1954. Nel corso del suo ministero, fu vicario parrocchiale a San Felice e a Castelnuovo Rangone, poi parroco a Sant'Agostino, in città, dal 1959 al 1963; poi di nuovo a San Felice come coadiutore fino al 1968, anno in cui divenne parroco di Campogalliano e Saliceto Buzzalino, dove rimase fino al 2006, prima solo poi parroco in solido con don Andrea Garuti.

Il ricordo su Facebook della Sindaca Paola Guerzoni

I primi ricordi che ho sono quelli della Crociata della Bontà, 1973, direi. E poi gli Scout, le discussioni perché lui non ci voleva mica tanto, la fatica di rimanere in servizio in parrocchia, dopo, ma siamo rimasti. E poi il gruppo educatori, i primi anni da "apprendisti" e poi la totale fiducia che ha sempre avuto in me e in alcuni amici, i campeggi, la giornata in cui arrivava su, con qualcuno che l'accompagnava in auto, e se c'era il sole si mangiava fuori, cannelloni o lasagne e arrosto con patatine, si faceva festa anche se non era domenica. Le prediche infinite a messa, in cui spesso perdevamo il filo, e la scoperta, un anno in cui decise di fare una messa al mese solo per noi educatori, in cappella all'oratorio, che sapeva anche fare omelie brevi e assolutamente inerenti al Vangelo. Non credevamo alle nostre orecchie! Glielo dissi e gliene chiesi ragione, ma non ricordo cosa mi rispose. Le ristrutturazioni di tutti gli edifici della parrocchia, e poi l'anno in cui festeggiò i suoi primi 20 o 25 anni a Campogalliano, nel 1988 o 93, non ricordo, che gli dedicammo una canzone su di lui con la musica di Zucchero: Senza colonneeee, uuuuhhn, io la Chiesa vorrei...perché se in chiesa qualcuno si appostava dietro a una colonna, appunto, stai sicuro che lo richiamava. E alle colonne non ci si poteva neanche appoggiare, perché si sporcavano. Ancora oggi, quando mi siedo sulla panca attaccata alla colonna, e mi appoggio con la schiena, sento la sua disapprovazione. Ma lo faccio lo stesso. Perché don Franco brontolava e ti riprendeva, ma poi, giustamente, ti lasciava libero di fare come volevi. E poi il nostro matrimonio. Volle portarci a cena in un ristorantino in montagna, per organizzare tutto insieme. - Facciamo qualcosa di rivoluzionario, disse: prolunghiamo l'anno della Famiglia 1993-94 di alcuni mesi, vi sposate l'8 di dicembre e vi fate accompagnare all'altare da entrambi i genitori. È così fu. E gliene siamo grati. L'impossibilità di confessarti da lui, perche mentre eri lì magicamente spuntava un plico di avvisi da consegnare nella tua via o un foglio con un lungo elenco di cose da organizzare e da fare... Le partite a busca e a scopone scientifico, gli avvisi scritti a macchina anche quando arrivarono i computer, le continue polemiche quando saliva in macchina con te, perché lo sappiamo bene che non amava salire in auto con le donne. Soltanto ultimamente si era addolcito, quando già faceva fatica a salire nella mia Golf troppo bassa. Però qualche battutina la faceva ancora. E il suo stupore quando imparò che sarei diventata assessore, nel 2004: rimase in silenzio per alcuni mesi, probabilmente non la prese molto bene, ma poi gli passò. E dopo il 2014 mi venne addirittura a trovare in ufficio! E a Natale 2016, quando gli portai la stampa di Campogalliano antica, con tanto di dedica, mi espresse tutta la sua soddisfazione in poche ma apprezzate parole: Ecco il nostro sindaco! ...ma ricordati che non ti chiamerò mai "sindaca" ! Quanti ricordi...potrei andare avanti per mille righe: la telefonata ogni anno il giorno del mio compleanno, come faceva con tanti. E le sorprese che gli facevamo noi, il 30 gennaio: la torta speciale per i suoi 70 anni, portata di mattina presto, che poi ci chiamò su a mangiarla insieme. E la gita in montagna, a Ortisei, paese degli intagliatori di legno, perché si era quasi convinto a cambiare quell'orribile statua di san Luigi che avevamo...e che ancora abbiamo, perché gli atesini volevano troppi soldi, "e quindi teniamo questa". Ore e ore di riunioni in ufficio per capire insieme come poter ravvivare le processioni, che già da tanti anni vedevano un calo di partecipazione, soprattutto dei giovani: "provate a mettervi davanti alla processione con due o tre chitarre e a cantare, col gruppo giovani!" Mioddio, non era possibile che ci stesse chiedendo questo, dopo che avevamo dovuto insistere tanto per poter introdurre le chitarre durante la messa! Ma poi lo facemmo (anche se non servì) perché al papà si obbedisce. E don Franco, anche per questioni anagrafiche, è stato un po' come il papà della comunità, per noi che adesso siamo di mezz'età. Poi sono arrivati i sacerdoti fratelli e in futuro arriveranno sacerdoti figli. È la vita. In questi quasi 50 anni di servizio a CampogallIano (li avrebbe festeggiati proprio nel 2018), Don Franco ha dato tanto a questa comunità. Ora siamo noi che continuiamo a pregare per lui.



Ultima modifica ilMercoledì, 03 Gennaio 2018 09:40

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