La cannabis light potrebbe avere le ore contate a seguito dell’emendamento al ddl sicurezza approvato nei giorni scorsi dalle commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera. Se a settembre la proposta dovesse diventare legge, un intero settore rischierebbe di essere messo in crisi.
A Campogalliano, Villa Canapa, un’azienda di nicchia specializzata nella produzione di canapa italiana e cannabis light senza THC, potrebbe essere gravemente colpita. I titolari, Alessio Manfredini e Claudia Cattaruzzi, esprimono preoccupazione per il futuro della loro attività.
“L’approvazione della legge significherebbe la chiusura per noi“, spiega Alessio Manfredini al Resto del Carlino. “L’economia del fiore di canapa è molto importante e si basa su un prodotto multifunzionale che non ha effetti psicotropi. Le nostre piante, selezionate e controllate, sono prive di THC ma ricche di CBD, un composto non stupefacente“.
Villa Canapa non è solo un’impresa che porta avanti una tradizione millenaria, ma è anche un punto di riferimento per altre realtà simili in Italia. “Questa legge annullerebbe un settore intero, cancellando un’economia alternativa cruciale”, aggiungono i titolari.
Anche i negozi che vendono prodotti derivati dalla cannabis light, compresi accessori a tema, sono preoccupati. Mauro Bindelli, titolare del negozio ‘Green Passion’ a Modena, condivide le sue preoccupazioni: “Se la legge passasse, saremmo costretti a chiudere. Siamo qui da otto anni e abbiamo visto una crescita del lavoro. I nostri clienti non sono giovani in cerca di sballo, ma persone mature che acquistano prodotti innocui con effetti calmanti simili a quelli della camomilla”.
Bindelli sottolinea come la decisione sarebbe assurda: “La domanda è sempre stata alta, portando all’apertura di molti negozi. Questa legge li farebbe chiudere tutti“.