È entrato nel secondo giorno il rave party non autorizzato all’interno dei capannoni ex Bugatti di Campogalliano, dove da Venerdì notte si sono radunate oltre cinquemila persone provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi europei. L’area, diventata ormai un enorme accampamento con camper, furgoni e tende, è presidiata da decine di pattuglie di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, impegnate in controlli continui e nel monitoraggio del territorio.
Nel corso delle ultime ore sono state controllate centinaia di persone, e le forze dell’ordine hanno proceduto a un arresto per possesso di sostanze stupefacenti, con il conseguente sequestro del materiale illegalmente detenuto.
Intanto, cresce la preoccupazione per lo stato dello stabilimento, simbolo della Motor Valley e della storia industriale modenese. L’Associazione Bugatti Campogalliano APS, custode dal 1990 della memoria della cosiddetta “Fabbrica Blu”, ha denunciato sui propri canali social lo scempio in atto: «Vandalismi e graffiti si moltiplicano con il passare delle ore», scrive l’associazione, chiedendo interventi immediati per salvare l’edificio dal degrado e dalla distruzione. La sottoscrizione attivata ieri ha superato le 1300 firme.
Il rave ha riacceso anche il dibattito politico e mediatico sul “decreto Piantedosi”, introdotto nel 2022 proprio per contrastare i raduni non autorizzati. Il provvedimento, che prevede pene da 3 a 6 anni di reclusione e multe da 1.000 a 10.000 euro per chi organizza “raduni pericolosi per l’ordine o la salute pubblica” con oltre 50 partecipanti, sembra però essersi fermato ai cancelli della festa.
Nonostante la portata dell’evento e l’impatto sul territorio, la notizia è stata quasi ignorata dai telegiornali nazionali, citata solo di sfuggita in brevi servizi o rubriche di approfondimento.
